Goal Line Technology, percezione e pixel

Goal Line Technology, percezione e pixel

Cosa ha tratto in errore arbitro e VAR durante Fiorentina-Braga? Cosa li ha spinti ha dare più importanza alla loro percezione e a disconoscere l’apporto di una tecnologia, peraltro estremamente elementare e affidabile, quale quella della “Goal Line Technology“?

La non conoscenza di due aspetti.

Il primo

I pali devono avere una larghezza di 12 centimetri mentre le linee del campo possono essere di una larghezza compresa tra i 10 e i 12 cm. Quei 2 cm di differenza sul piano ottico hanno inciso molto. Nella sovrapposizione visiva dal punto di visto ortottico “palo-linea” si determina una differenza di un centimetro per lato (che possono diventare anche due solo dal lato interno se la linea è tracciata tangente al palo esterno, cosa peraltro tipica). Tale differenza può far apparire il pallone entro la linea quando in realtà è solo entro il palo. L’immagine sottostante rappresenta l’errore.

Il secondo

L’antialiasing è la correzione che serve a ridurre l’effetto aliasing (scalettatura, gradinatura del pixel) tipico dell’immagine digitale. Questa correzione tende a fondere i pixel vicini di differenti oggetti quando questi presentano colori simili, in questo caso il bianco. Tale fattore è ulteriormente amplificato dal codec di compressione dell’immagine. Ciò determina un effetto di “fusione” dei pixel attigui creando un vero e proprio artefatto nell’immagine che, in questo caso, fa apparire il pallone “fuso” con il palo dando erroneamente l’idea che il pallone sia entro la linea.

Pertanto, il palo non può essere mai un riferimento neanche se fosse della stessa larghezza della linea.

Questi due aspetti hanno tratto in inganno arbitro e VAR.

Marco Valerio Masci

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