INTERFERENZE

INTERFERENZE

Concerto ROBERT FRIPP & THEO TRAVIS, CHIESA EVANGELICA METODISTA, VIA XX SETTEMBRE, ROMA

Lunedì 15 NOVEMBRE ore 21:00

(pubblicato su FB: 16 novembre 2010)

Vedere Robert Fripp da 5 metri di distanza, anzi, di vicinanza, è stato emozionante. Oltre ai King Crimson, le sue partecipazioni con Peter Gabriel, con David Bowie e con David Sylvian sono state fondamentali; Fripp, come Brian Eno, ha caratterizzato e indirizzato direttamente e indirettamente da musicista e compositore, non “solo” da strumentista, molta della musica attuale. Il duo con Travis lo conoscevo dal cd THREAD che avevo recepito come un’operazione poco felice, melensa, senza grinta. Poi ieri ho compreso che l’operazione creativa è tutta funzione dell’aspetto religioso. Quando è entrato Fripp sul “palco”, e quando è uscito, è stato un paio di minuti rivolto verso l’altare, in piedi, con le mani giunte e la testa china. In preghiera. L’operazione musicale è “mistico-religiosa” e la premessa al concerto, recitata in 4 lingue (tedesco, inglese, francese, italiano), parlava chiaro di “Commerciale/Etico” e “Religioso/Sociale”. In ragione dell’eliminazione delle INTERFERENZE…  Il senso di quella musica calata in un contesto  ambientale religioso, quindi altamente riverberante, è apparso chiaro. La somma degli apporti, chitarra/elettronica-soprano sax/flauto alto, mirava, per traslati, a riferimenti e sensazioni tipicamente vocali e corali. Raramente c’è stata la giusta fusione. Ma quando c’è stata, la chiave di lettura è stata chiara. Per contro non nuova. Purtroppo tutta questa liturgia musicale è risultata molto umana e poco divina quando, per nemesi, s’è dovuta confrontare con quello che in sintesi viene definito “imprevisto tecnico”. La cassa acustica di sinistra ha ronzato per tutto il concerto (!) raggiungendo picchi di distorsione che hanno spinto i sottostanti (e non solo) a tapparsi le orecchie (ero tra questi). La causa era dovuta, come poi ho accertato, al supporto (stativo) che aveva le manopole di serramento spanate che, nell’impedire la strizione e il bloccaggio delle parti mobili, portavano in vibrazione tutta la struttura quando sollecitata da alcune precise frequenze. La cosa più imbarazzante era la presenza di alcuni pezzi di nastro adesivo giustapposti a compensare (inutilmente) gli apporti vibrazionali suddetti, rivelando invece che il problema era pregresso e quindi ben conosciuto. Se poi pensiamo all’aurea liturgica richiesta comprendiamo quanto sia stata insostenibilmente fisiologica una tale condizione di INTERFERENZA sonora. Murphy o Dio? Forse sono la stessa cosa, almeno quando “scherzano”.

 

TRAVIS & FRIPP – Live at Coventry Cathedral (in THREAD)

(pubblicato su FB: 8 dicembre 2010)

 

Con nuovi elementi riprendo la considerazione Travis-Fripp. Si conferma ancora di più l’apporto interferente delle “interferenze”, che hanno alterato totalmente forma e sostanza dell’intero progetto Travis-Fripp durante il concerto alla Chiesa Evangelica Metodista di Roma.

Avevo ascoltato il Cd registrato in studio TRAVIS & FRIPP – THREAD, definito “live registrato in studio” che di live ha poco e di studio molto. L’operazione/progetto Travis-Fripp è in stretto riferimento con il canto corale liturgico e ne ripropone struttura formale e interiorità sacrale. In “studio”, per quanto si ricerchi il modo “live”, l’espressione rimane contratta, fredda, trattenuta da un’operazione che appare più cerebrale che “animale”. Poi, ascoltando TRAVIS & FRIPP – Live at Coventry Cathedral quanto appena detto viene totalmente ribaltato e si comprende bene l’intento cercato dai due musicisti e non raggiunto né in THREAD, né nel concerto di Roma.  L’operazione tra THREAD e Live at Coventry Cathedral è la stessa, non i brani; titolazioni differenti o simili per forme affini. Ma il luogo in Live at Coventry Cathedral, ora veramente live, aiuta la comunicazione che si muove esplicita vestendo il contesto e vestendosi dello stesso. Reciprocità naturale al processo di comunicazione, quando questo è, in una parola, riuscito. Per “riuscito” si intende quella comunicazione che coglie l’occasione e che nell’occasione costruisce sé stessa, sfruttandone tutte le opportunità e volando sulla circolarità dell’intuizione (significato/significante), quando non conta se nasce prima l’occasione o l’opportunità che questa contiene. L’una genera l’altra, non a caso appaiono sinonimi. Ebbene, l’operazione THREAD muore nello studio, mentre Live at Coventry Cathedral vive nel live. Con THREAD si cerca di proporre una forma che non può, nella sua sperimentalità, esprimersi in “ambiente esente”. L’ambiente è strumento. Lo sarebbe sempre, ma in questo caso l’assonanza è imprescindibile. L’ambiente è strumento degli strumenti. Live at Coventry Cathedral, calato in “ambiente vitale”, è completo e propone una nuova forma di sacralità liturgica contemporanea, filologica e sperimentale, come poche volte accade.

Marco Valerio Masci

 

Foto di copertina: Marco Valerio Masci, Interferenze, 2009, tecnica: foto digitale (Panasonic TZ3)

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