Polizze “ad favorem”

Polizze “ad favorem”

…ho aspettato un pò. Ma stiamo ancora come prima. Tutti gli organi di stampa continuano a puntare il dito su Raggi e Romeo chiedendosi se lei sapeva, se giuliettava con Romeo, se Romeo l’aveva incastrata.

Ci hanno spiegato che queste polizze vengono stipulate per accreditarsi un “favore” che, quando ottenuto, porta i soldi esentasse all’ignaro beneficiario della polizza. La sola “tassa” da pagare è la penale per chiudere la polizza. Chi favorisce il “favore” beneficia del premio, e se non favorisce si cambia beneficiario. E’ una polizza ad favorem, non ad vitam. Ma, a meno di una intercettazione, non sapremo mai se la Raggi sapeva, e/o se Romeo l’aveva “puntata”. Che senso ha allora fare domande che non avranno mai una risposta certa? Semplice, quello di garantirsi dibattiti infiniti per far proliferare la fiera dell’equivoco e prolungare la (pseudo) notizia. E non centrando mai la notizia si alimentano le questioni morali, le “patate”, i doppi sensi, le cialtronate, che trovano terreno fertile quando la questione è laterale e non centrale. Ma tant’è, tutti ci commentiamo da soli.

Premesso ciò, l’unica domanda che dovremmo farci è: ma come è possibile che il Governo abbia legalizzato polizze con beneficiario ignaro? Che senso ha? Qual è il fine? L’eleganza? Forse. Ma quando capisci che l’eleganza si trasforma nel suo esatto opposto, ovvero in speculazione, allora il principio decade e capisci che quella possibilità va rimossa. Ma non lo fai. Anche perché nessuno te lo fa notare. E allora, raddoppio la domanda. Visto che s’è capita la strumentalità indotta di quella clausola, e che l’eleganza non possa essere esentasse (un diritto può esserlo), come mai nessuno degli organi di stampa punta il dito su questa tipologia di polizza e su chi l’ha creata? Come mai nessun apparato politico propone di modificarla?…

Marco Valerio Masci

 

foto di testa: Marco Valerio Masci, “Texture”, fotografia digitale (Casio EX-ZR100), 16 giugno ‎2013 – divano.

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