l’UFO di nonna Francesca
Di seguito il racconto pubblicato a marzo del 1997 sul numero 11 della rivista UFO (l’articolo fu editato senza il “corsivo” risultando sgrammaticato ed incomprensibile). La redazione mi telefonò complimentandosi per il “racconto” esortandomi ad inviargliene altri…
Mia nonna Francesca era molto credente, le domeniche andava a messa, e se è vero che vediamo ciò che vogliamo vedere, lei vide un UFO e non la Madonna o Gesù.
In calce al racconto un disegno autografo di mia nonna Francesca e alcuni appunti che realizzai durante l’intervista a lei.
L’avvistamento di cui sto per parlarvi, benché esista solo come narrazione, rappresenta per me quanto di più credibile sull’esistenza degli UFO. Testimone oculare fu mia nonna (Francesca Varrasso, nata il 27.09.1909 a Castiglione a Casauria in provincia di Pescara) verso la quale tutti noi nipoti nutriamo un immenso affetto; la sua semplicità, l’intelligenza, l’alta sensibilità morale e la sincerità sono solo alcune delle qualità che facevano di lei una di quelle donne che pur guardando il mondo di lato diventano il centro del mondo per coloro che la amano.
Mia nonna non ricordava con esattezza né l’anno (1967-68) né il mese (non era inverno) e sul momento, e per molto tempo dopo, non capì esattamente cosa avesse visto. Solo dopo una decina di anni, guardando un servizio in televisione, fu cosciente della straordinarietà del fatto a lei accaduto, riportandolo alla memoria e riconoscendolo come un avvistamento di un UFO.
Racconto l’accaduto riportando in corsivo le parole di mia nonna. Uscita dalla sua casa di Centocelle a Roma, all’imbrunire, all’incrocio con via dei Platani mia nonna vide <<insieme ad un passante>> più grande di lei (all’epoca mia nonna aveva circa 60 anni) un oggetto <<grande 5-6 metri, fermo sopra piazza dei Mirti>> (che dista pochi metri dal viale di casa), che in un secondo momento si diresse molto lentamente verso l’edificio della mutua (a destra del viale). In seguito si fermò all’inizio di via dei Platani, per poi sparire subito dopo <<come quando si spegne una luce>>. Era all’altezza dei lampioni (quindi era più piccolo della distanza tra i palazzi), <<sembrava stare proprio sopra la testa. Era come uno scolapasta dal quale uscivano tanti aghi di luce. Era circolare, come due ombrelli (contrapposti), lucido come uno specchio, liscio come il metallo, non si sentiva niente. Sulle punte di questo ombrello c’erano delle luci, blu, celesti, gialle…di tutti i colori. L’oggetto si abbassò. L’uomo accanto a me esclamò qualcosa, si mise paura e scappò>>. Anche mia nonna scappò, <<la reazione impaurita del signore impaurì anche me facendomi pensare che fosse qualcosa di male. Io non avevo pensato nulla di male, credevo fosse qualche “bandone” di festa! Allontanandomi vidi l’oggetto sparire velocemente.>>
Marco Valerio Masci