Umanità civile

Umanità civile

…quando la guerra si trasforma in terrorismo, il terrorismo si trasforma in guerra. Immagino e desidero una risposta civile, con l’unione di tutti i civili delle due parti, per dire che il Noi e il Loro non esiste, e per non abboccare all’idea che sia una “guerra di religione”…

La guerra in atto è in direzione dei civili per entrambe le parti. Questo è il punto. I civili sono ormai il valore da attaccare. Ed essendo entrambe le parti civili coinvolte non ha nemmeno più importanza stabilire chi ha iniziato (anche se sarebbe opportuno ricordare che la parte civile coinvolta prima del 2001 era solo l’altra). E’ importante quindi tenere presente che l’oggetto siamo Noi/Loro. E in questo senso non è utile chiedere solo a Loro una risposta civile, ma dobbiamo chiederla anche a Noi, e lo dobbiamo fare nello stesso tempo. Solo questo potrebbe fermare questo orrore bidirezionale.

Forse è la prima volta che gran parte dell’unione civile è cosciente di essere una entità totalmente astratta rispetto alle decisioni di potere. Ma per la prima volta i civili hanno un potere, il DISSENSO PESANTE. Ci vuole un atto comune, ufficiale. Non parlo “solo” di manifestazioni, ma di rappresentanza, di dissociazione, per formare una alternativa totalizzante che faccia da contraltare UFFICIALE alla criminale capillarità degli apparati governativi, di qualunque parte essi siano. Non so esattamente come si possa fare. Ma è quello da fare. Governare e non essere governati.

I civili di entrambe le parti si devono unire. Il “civile” e’ l’unico interlocutore possibile essendo l’unico vitalmente coinvolto.

I civili sono uguali in tutto il mondo. Differiscono solo per il pensiero, e il pensiero non uccide. Il pensiero e’ diverso ma l’umanità è una. E l’umanità è civiltà nella diversità di pensiero. E questo vale per tutti. Se ci uniamo nell’intento di dire tutti, Noi e Loro, basta all’ipocrisia del pensiero uguale e verticale, e all’opportunismo dell’economia diversa e orizzontale, allora siamo civili e tanto basta per esserlo e poter pretendere umanità indifferenziata. Basterebbe una assunzione di responsabilità civile reciproca, senza confini. Il civile deve farsi sentire. Altrimenti, in pieno stile americano, predichiamo bene e razzoliamo male. Stile ormai civilmente superato.

Non so “certamente” come fare, come tecnicamente procedere. Posso solo avanzare ipotesi e fare proposte. Ma prima del come dobbiamo essere convinti che la strada della “dissociazione pesante” (ovvero espressa all’istante sul web, sui social e, via via, fino al vicino di casa) sia davvero sentita. Che sia espressione di vera condivisione civile e quindi umana. Detto questo il come si trova. In parte l’ho anticipato nella parentesi. Abbiamo, come mai prima, tutti gli strumenti per farci sentire, per attivare petizioni, per avere consenso e diffusione planetaria, per ottenere firme ovunque, per scendere in piazza tutti insieme, per fare tutto quello che si vuole, purché questo tutto si faccia insieme, senza confini. Noi e Loro insieme. Non ti devi chiedere se chi ti risponde è degno della tua risposta, devi solo fare la domanda e attendere la risposta. Attendere una risposta dall’umanità. Io vivo in un mondo dove formulo richieste, concetti e ottengo risposte. Se formuli la domanda giusta ottieni la risposta giusta. Purtroppo, troppo spesso, invece di chiedere si preferisce dedurre. Si preferisce ritenere che il mondo Orientale sia fatto di persone a tre teste, di mostri senza pietà, di integralisti (che poi mi si deve ancora spiegare cosa significhi essere integralisti, dalla parte Occidentale ne vedo e leggo tanti…). Faccio un esempio. Se chiedi al mondo civile se è lecito fare le guerre contro i civili, tutto il mondo ti dirà di no. E non è una risposta scontata. E’ la risposta che una volta sarebbe stato impossibile tecnicamente avere. Come fare per tenere i civili fuori dalle guerre? Mettiamo in atto “Rollerball” visto che l’abbiamo pure teorizzato. E non è una battuta. Detto questo, già tirare fuori i civili sarebbe un gigantesco passo di civiltà. Inoltre, se chiedi al mondo civile intero se accetta le guerre, tutto il mondo ti dirà che non le vuole. E anche questa non sarebbe una risposta banale. Sarebbe una volontà suprema, in quanto espressa dal mondo intero. E pure questo prima sarebbe stato impossibile saperlo, ratificarlo o addirittura solo immaginarlo. Infine, il mondo va avanti grazie a desiderata apparentemente non raggiungibili, come “l’assurdità di un mondo senza guerre”. Eppure una volta non ci potevamo fidare nemmeno del vicino e non potevamo uscire senza correre il rischio di essere uccisi dal dirimpettaio.

Inoltre, l’insensibilità culturale alimenta il terrorismo? Io parlerei di “intolleranza” culturale che alimenta guerra e terrorismo. Inoltre, dov’è il problema? Nella diversità culturale? La Francia avrebbe una storia come la nostra? In caso, e proprio storicamente, noi italiani siamo più vicini al mondo arabo che a quello del nord europa. E poi la differenza culturale giustificherebbe le guerre ai civili? Vogliamo parlare delle guerre intelligenti? Qui non si tratta di Noi/Loro, si tratta di capire che tutte le guerre ormai cominciano ad apparire per quello che realmente sono, ovvero mezzi strumentali privi di ragioni culturali e sociali che sono solo alibi per i disumani. Detto questo. Se mi attaccano rispondo. Ma vale anche per Loro, visto che li abbiamo attaccati Noi per primi e senza alcun fondamento ma solo e solo sulla base di un sospetto. E ne abbiamo attaccati 100 (civili) per educarne 1 (incivile). E la risposta che otteniamo è l’esatto reciproco. Quindi non cerchiamo ragioni. Diciamoci solo che li vogliamo sottomettere, senza vestirci da santi, educatori e civilizzatori. Ma ci avete pensato che la guerra tecnicamente ormai si esprime solo sotto forma di attacco ai civili?! Ci avete pensato che per la prima volta chi alimenta la guerra non viene più toccato?! Chi fa e decide la guerra la fa dietro ad un drone e a farne le spese sono i civili?! E (sottolineo ancora) di entrambe le parti?! Tutto questo, detta “civilmente”, non vi fa incazzare?! Non vi fa sentire utilizzati?! Non vi fa sentire strumenti?! Non vi fa sentire ancora con maggiore forza come non ci sia alcuna differenza tra civili, tra tutti i civili di tutto il mondo?! Non vi fa capire come si vesta di legittimità culturale ciò che è solo mero interesse economico?! Se vi sta bene tutta questa ipocrisia, se vi sta bene essere pedine e non persone, dite almeno che volete sottometterli e basta, senza cercare alibi culturali e sociali. Questa ipocrisia, nel 2015, dopo millenni di storia, non raccontiamocela. E che ognuno abbia le palle morali per uccidere in nome dei soldi e non si nasconda dietro fede e cultura. E, ovviamente, vale per Noi e per Loro.

E in tutto questo la “realtà” è già nel conto. Non si parla di utopia se non si conosce la realtà. In genere accade il contrario; chi parla solo realisticamente fatica ad immaginare soluzioni alternative che ritiene utopiche in quanto a lui incomprensibili, perché inimmaginabili. Vi siete chiesti come è stata raggiunta la legalità civile? quella che ci permette di girare per le strade senza che il tuo vicino ti accoltelli impunemente? è stata raggiunta con l’introduzione della punibilità dell’omicidio. Oggi condizione civilmente banale e socialmente indiscutibile. Allo stesso modo di come è stato rimosso il delitto d’onore. O tante altre nefandezze “medievali”. Nefandezze che solo 100 anni fa era difficile controllare, e ancora meno 200 anni fa. Nefandezze ritenute allora “utopiche”. Ma oggi reali. Detto questo, ditemi che differenza c’è tra l’uccisione “individuale”, detta civile, e quella di massa prodotta dalla guerra?! Sono entrambi omicidi in nome di qualcosa, e entrambi civili, visto che, sottolineo ancora, stiamo parlando di civili e solo di civili. L’omicidio in ambito individuale civile è punibile. Mentre in ambito governativo la civiltà non vale più. Ripeto, i civili sono uguali in tutto il mondo. Ed è sempre stato così, almeno in linea di principio. Oggi quel principio è stato bypassato totalmente ed i primi a farlo in modo “scientifico”, ordinato, intellettuale, siamo stati “noi”. E se passa l’indifferenza tra civile e militare, è davvero finita. E ripeto, non conta chi e come, conta il principio che va difeso indefessamente. Il movente non rende lecito l’omicidio civile, anche quando si tratta di guerra. Questa non è utopia, è umanità a difesa della quale ci dobbiamo schierare tutti e contro tutti quelli che cercano di far saltare questo indiscutibile principio.

Marco Valerio Masci

 

(pubblicato su FB, 15 NOVEMBRE 2015)

 

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